Quando consiglio di leggere la magnifica opera proustiana faccio sempre presente ad i miei ragazzi che si tratta del romanzo più lungo al mondo mai scritto finora…..non puoi immaginare le loro facce!!! AHAHAHAHA
Ad ognuno sarà capitato almeno una volta di (ri)vivere un’esperienza passata percependo un odore oppure mangiando qualcosa.
A me ad esempio capita quando entro in una panetteria che ha appena sfornato delle brioches; ricordo quando bambino, mia nonna mi teneva per mano e facevamo “la spesa”: prima in macelleria, poi dal fruttivendolo e poi in panetteria….e mi comprava sempre le pagnotte di pan brioche spolverate con lo zucchero a velo.
Ed il “madeleine effect” si ripresenta quando mangio pane e pomodoro: rivivo i pomeriggi seduto sulle scale del palazzo di mia nonna quando lei mi preparava il panino “all’olio“. Lo apriva con le mani, metteva due pomodorini interi e poi lo richiudeva schiacciandolo appena appena per far uscirw un po’ di sugo……eh…che tempi! Mia nonna mi manca tanto…..
E cosí ho condiviso con te alcuni frammenti della mia vita, proprio come il protagonista di “Dalla parte di Swann“; di seguito ecco il passo che ritengo più interessante, in cui la vita di tutti i giorni si scontra per un attimo con il ricordo per poi fondersi con essa.

Ecco allora che la realtà e la spiritualità diventano una cosa sola innalzando l’indice del gradimento sensoriale a livelli prima irragiungibili. In questo passo un ricordo viene risvegliato dai sensi, non dal pensiero.
EMOZIONARSI PER EMOZIONARE
Nel MARKETING quando si realizza una campagna di promozione si crea sempre un messaggio ben preciso che si fonde col prodotto da vendere. Si impreziosisce con frasi ad effetto, una visual accattivante ma soprattutto con un carico emozionale che permette di instaurare un legame tra il prodotto ed il potenziale acquirente.
Una cosa simile avviene quando uno chef crea un piatto; certo bisogna creare una pietanza attenendosi alle regole del food cost ed alla filosofia aziendale ma occorre seguire il cuore.
Un cuoco che crea un piatto seleziona attentamente le materie prime, prova diverse tecniche di lavorazione prima di scegliere quali usare, prova diversi abbinamenti…..ma non deve mai dimenticare di emozionarsi e raccontarsi attraverso la sua creazione.
L’emozione è dentro di noi e per suscitare entusiasmo e meraviglia in chi mangia un cuoco deve aver provato in prima persona quell’entusiamo: EMOZIONARSI PER EMOZIONARE, appunto.
E la cosa che più sorprende è che nel tasting le sensazioni cambiano di persona in persona: ammirazione, incanto, disgusto, entusiasmo, noia, felicità….
Ti consiglio un’interessante mini-guida sull’ANALISI SENSORIALE legata al vino CLICCA QUI
Sin dall’alba dei tempi è per l’uomo uno strumento per la sopravvivenza e per il piacere.
Permette all’uomo di distinguere tra più di 10mila molecole odorose diverse.
É il nostro senso più animalesco, non possiamo assopirlo…. soprattutto se si lavora a stretto contatto con cibi e bevande.
Sul web trovi EMPIRE OF SCENTS, conosciuto anche con il nome “LE NEZ“, un affascinante documentario sull’olfatto. Ti connsiglio di visonarlo, appena puoi.
L’olfatto è connesso al nostro sistema limbico ed è fondamentale nella costruzione della memoria sensoriale delle relazioni. Basti pensare che le prime relazioni genitore-bambino si creano attraverso gli odori; il bimbo riesce a riconoscere i genitori annusandoli. L’olfatto quindi come strumento d’imprinting: sin da tenera età leghiamo esperienze e ricordi (antichi) agli odori, agli aromi ed ai profumi.
Ecco come una semplice madeleine riporta ad un passato privatissimo che nessun altro ha vissuto e conosce a parte chi effettua questo “viaggio temporale“.
E considerando quanto gusto ed olfatto siano interconnessi educare l’olfatto é fondamentale.
La Disney-Pixar qualche tempo fa realizzò RATATOUILLE, un lungometraggio animato davvero stupendo. La scena in cui Anton Ego assaporando un piatto ritorna alla sua infanzia è un chiaro tributo all’opera letteraria di Proust.

Senza il senso dell’olfatto (assieme a quello del gusto, ovviamente) il critico gastronomico avrebbe apprezzare solo a metà la pietanza, senza rivivere con gioia e rimpianto la propria infanzia.

CONCLUSIONI
Non ho mai insegnato ai miei allievi;
ho solo cercato di fornire loro le condizioni in cui possono imparare.
Albert Einstein
Adoro quel loro dualismo che traspare quando in classe sono assonnati perchè hanno lavorato la sera prima (spero di esser stato chiaro).
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