
HI MY ITP READERS!!!
Sabato la nostra prof.ssa M. D’Ambrosio che tenta affannosamente di inculcare PEDAGOGIA DIDATTICA, ai docenti del GRUPPO III ha fatto un piccolo riepilogo, una sorta di programmazione finale su tutti gli argomenti affrontati (e che affronteremo).
…….rileggendoli mi rendo conto
che abbiamo fatto davvero tanto…..
Tutto quello che leggerete da adesso non sono altro che i miei appunti; note da ritenersi “pedagogicamente” valide ma soggettive e quindi non di facile fruizione per tutti. TRADOTTO: ” ‘o teng ‘e t’o dong!! 🙂 🙂
- Teoria dell’apprendimento e della mente (che emerge da qualcosa);
- Pedagogia clinica e tecnologie protesiche: noi non trattiamo l’altro come una cosa comune ma sempre in maniera specifica progettando a partire dalle differenze e non “omologando un metodo”; l’evento umano va visto come un evento di trasformazione ricordando che la genetica non è determinante ma solo attraverso “la cura” (relazione educativa) è possibile attivare un cambiamento;

LA GENETICA NON
E’ DETERMINANTE
- Pedagogia attiva e pratiche teatrali come strumenti educativi “abilitanti”: ognuno ha un corpo, un “sentire” che include lo sguardo dell’altro, “l’incontro”;

- MARIA LAI ======> sguardo, opera, pensiero: “La vista non è ancora sguardo, è natura animale”: senza esperienza nasce l’immaginazione.
- Pedagogia attiva: OSSERVAZIONE + ASCOLTO + INTENZIONE = APRIRSI-SITUARSI;

- Pratiche (artigianali): una sapienza che ci permette di produrre unicità….ma per farlo bisogna rischiare. Attraverso la riacquisizione del lavoro si riprende la metodologia dell’artigiano. La mano guida l’occhio in qualcosa che è possibile ricostruire. Giocano un ruolo fondamentale:

* l’OSSERVAZIONE,
strumento per estendere il cognitivo dove la scena è lo spazio dell’incontro. Nel teatro infatti si vive di se:
“cosa accadrebbe se fossi Romeo o Giulietta? ARTE DEL FARSI PRESENTE;

* l’ASCOLTO
ci permette di attraversare le differenti stratificazioni attraverso i sensi; modificando le proprie azioni per entrare nell’altro….esplorando prima noi stessi ed il nostro intimo

* la TATTILITA’
il corpo docente ed il corpo dell’altro devono essere attraversati a vicenda

* il RACCONTARE
le cose in forma di storia (creare intrecci) attraverso la dimensione dialogica muta in qualcosa che non sappiamo se sarà BENE o MALE. La scuola è una comunità in cui si ABITA (per i tedeschi è anche sinonimo di progettare).
“Una necessità dell’essere
umano è il trasferimento delle conoscenze”

- gli strumenti: il diario di brodo. concepiamo la pedagogia come “generativa” perchè nell’unione non sappiamo cosa si generi, verrà sempre un’altro risultato (il terzo):
– osservo-ascolto (chi sono, chi, cosa, dove, come, il perchè)
– registro (dati diretti ed indiretti) ====> un promemoria;
– progetto dell’azione didattica (che “emerge” quando entra il cognitivo);
– valutazione (metodologia dell’osservazione e del riprogetto);
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