Quest’anno la mia “precaria” carriera mi ha portato ad Ischia (evoluzione fonetica di “isla”, prima “insula” ) , la famosa isola verde. Una terra straordinaria: terra cara a Papa Gregorio Magno (e non solo..), è qui che si produceva la “ceramica bizantina“. Poi vennero i saraceni, poi i siciliani (è questo il tempo in cui avvenne il rapimento di Restituta Bulgaro nel Decameron), dopo ancora le guerre tra aragonesi ed angioini , poi i saccheggi del corsaro Barbarossa e del corsaro ottomanno Dragut…..ed ancora, ancora, ancora…..nel periodo della Repubblica Partenopea gli inglesi punirono gli insorti; poi venne il fratello di Napoleone I, poi tornarono i Borboni con il nuovo regno delle due Sicilie……..e tanti terremoti.
Insomma….Ischia è un’isola che la storia ha esposto a continui mutamenti (chiamiamoli così)

- il Biancolella;
- i bianchi ed i rossi d’Ischia (anche spumantizati);
- il Forastera;
- il Piedirosso (o ‘per e’ palummo), anche in versione passita.

Nella tradizione ischitana, il coniglio veniva preparato quando si ultimava la costruzione di una casa, in particolare quando si faceva il tetto (o’ carusiello).
Associazione Green Ground- Il terreno Verde –Ass. Agricoltori e zootecnici custodi, Via Cretajo al crocifisso 3, 80070, Barano d’Ischia (NA)

- 1 coniglio;
- 6/7 pomodorini datterini (o del Piennolo, ancora meglio);
- maggiorana (possibilmente fresca);
- timo;
- rosmarino
- 4 bicchieri di vino bianco (Biancolella o Forastera);
- olio extravergine di oliva;
- 1 peperoncino;
- 4 spicchi d’aglio;
- sale;
Procedimento:

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