Quasi tutto sanno chi fosse Apicio…….
Per chi non lo sapesse, il nome APICIO è indissolubilmente legato all’archeo-gastronomia, alle buone pietanze, alle cene succulente.
Va però chiarito un fatto: gli storici ricordano tre distinti personaggi (vissuti in epoche diverse) col nome di Apicio:
- Apicio (età repubblicana): celebre per aver inveito contro la legge Fannia che limitava l’eccessivo lusso dei banchetti romani;
- Marco Gavio Apicio: forse il più celebre, a lui è attribuita la raccolta di ricette gastronomiche “De re coquinaria” ;
- Apicio (età traianea):specializzato nella conservazione delle ostriche;
Parleremo quindi del secondo APICIO, lo scrittore, il gastronomo, il mangione.
Era molto ricco, amava qualsiasi stravaganza culinaria (talloni di cammello, creste tagliate a volatili vivi, GARUM, oche ingrassate con MULSUM, lingue di usignoli, di pavoni e di fenicotteri).
A lui è attribuita, come detto prima, uno dei manoscritti più importanti della cucina romana antica (forse l’unico veramente completo), il “De re coquinaria“. Attribuita perchè non è stato l”unico autore, forse sarà stato il principale. Infatti questo manoscritto è un testo molto complesso e costituito da più sezioni non omogenee tra loro, perché probabilmente composte in più secoli (dal I a.C. al IV d.C.). Qualcuno non troppo bravo in cucina deve avere assemblato varie ricette di Apicio e di altri autori. Si pensa, infatti che ad ogni edizione il corpus dell’opera si sia arricchita di nuove ricette. L’opera è costituita da ricette di salse e di piatti completi.
Brevemente, vi illustro come il “De re coquinaria” è suddiviso:
- Volume I: contiene diverse nozioni e suggerimenti. Per lo più sono piccole astuzie del tipo: come riconoscere il miele cattivo o come conservare o trasformare alcuni prodotti freschi;
- Volume II: chiamato “Sarcoptes“, è interamente dedicato all’uso della carne. In particolare carne tritata ed aromatizzata.
- Volume III: chiamato “Cepuros“, ed illustra la preparazione, i metodi di cottura e la conservazione esclusivamente di ortaggi: verdure e frutta con formaggi, legumi e farinacei;
- Volume IV: chiamato “Pandette” che in greco significa “contenitore di ogni cosa“. Qui ci sono ricette di tutto: salse, torte, verdure, antipasti;
- Volume V: qui si parla esclusivamente di legumi, alla base della dieta degli antichi romani;
- Volume VI: come cucinare animali da cortile o cacciagione da piuma. Qui ci sono bestie di ogni tipo: struzzi, gru, fenicotteri, pavoni e pappagalli..;
- Volume VII: intitolato “Vivande prelibate”. Un enorme assortimento di tantissime ricette di diversi tipi. Qui spaziamo da piatti semplici a piatti molto eccentrici tipo: vagine sterili, calli di dromedario, poppa di scrofa…;
- Volume VIII: ricette di quadrupedi: cinghiale, cervo, camoscio, capretto, agnello..etc..etc..
- VOLUME IX: dedicato interamente al mare ed ai suoi prodotti: pesce, molluschi, crostacei. Inoltre si parla sopratutto delle salse da abbinare a queste carni.
ALCUNE RICETTE DI APICIO
Antipasto alle pesche
INGREDIENTI:
- 12 pesche a polpa bianca
- 1 cucchiaino di pepe
- 1 mazzetto di menta secca
- 1 cucchiaino di garum
- 1 cucchiaino di miele
- 1 bicchiere di vino passito
- 1 bicchiere di vino rosso di buona qualità
- 1 cucchiaino d’aceto
- 1 cucchiaio d’olio d’oliva
- 2 cucchiai di farina
- 1 pizzico di pepe
PROCEDIMENTO:
Scegliete pesche piccole, non troppo mature e con la polpa ben dura. Pelatele, togliete loro il nocciolo e sciacquatele sotto l’acqua fredda prima di metterle in un recipiente di coccio. Preparate una specie di salsa con il pepe e la menta secca ammorbidita nel garum, aggiungete quindi il miele, il vino passito, il vino rosso e l’aceto. Versate quindi questa salsa sulle vostre pesche, aggiungendo infine l’olio. Fate cuocere a fuoco lento.
A cottura terminata, legate con la farina, spolverate di pepe e servite.
Polpette di cervella
INGREDIENTI:
- 4 cervella d’agnello
- 5 uova
- 1 pizzico di pepe
- alcuni ciuffi di prezzemolo
- 1 pizzico d’origano
- 2 cucchiai di garum
- 1 cucchiaio di farina
PROCEDIMENTO:
Prendete le cervella e scottatele in acqua, dopo di che schiacciatele bene in modo da formare una specie di purée. Mescolatela quindi a un po’ di pepe, prezzemolo e origano e alle cinque uova, lavorate con un po’ di garum e battete bene il tutto aggiungendo via via altro garum. Scortate in acqua per una decina di minuti, poi scolate il composto, stendetelo sul tavolo di cucina e tagliatelo a dadini. Mettete ora nel mortaio il resto del pepe, del prezzemolo e dell’origano, frantumate bene il tutto, mescolatelo alla farina. Prendete i dadini di crvella e rotolateli in questa farina, poi fateli di nuovo scottare in acqua. Cospargete di pepe e servite. Per questa ricetta erano consigliate anche le cervella di maiale o di montone
Melanzane alla alessandrina
INGREDIENTI:
- 4 belle melanzane
- 1 pizzico di sale
- 1 pizzico di pepe
- 1 pizzico di cumino
- 1 pizzico di semi di coriandolo
- 8 foglie di menta fresca
- 1 cucchiaino d’aceto
- 12 datteri
- una manciata di pinoli
- 1 cucchiaio di miele
- 1 cucchiaino di garum
- 1/2 bicchiere di vino cotto
- 1 cucchiaio d’olio d’oliva
PROCEDIMENTO:
Prendete quattro belle melanzane, dalla carne soda. Fatele cuocere in acqua, poi sgocciolatele. Salatele e disponetele su un piatto. Preparate una salsa composta di pepe, cumino, semi di coriandolo, menta fresca e aceto. Aggiungete al tutto i datteri e i pinoli lavorati intanto con il miele, l’aceto, il garum, il vino cotto e l’olio. Versate questa salsa sulle melanzane e fate scaldare il tutto fino a ebollizione. Prima di servire potete aggiungere un’altra spolverata di pepe
Buongiorno,
sto cercando il temine latino con cui Apicio chiama le melanzane in De re Coquinaria.
Non riesco a trovare nessun riferiemento alle melanzane nell’oper originale, puoi darmi qualche indicazione in merito?
Grazie
dovrebbe essere il termine solanum. perà mi documenterò e ci studio un po’