Ieri e Oggi….l’evoluzione della scrittura gastronomica

Girovagando per siti di cucina, ho visto che ultimamente c’è un vero boom per corsi di cucina senza cucina..mmm…mi spiego meglio: sono molti i corsi che trattano argomenti importantissimi come marketing, gestione dell’economato…etc…etc…
Mi ha colpito molto un corso organizzato dall’Università della Cucina Mediterranea dal titolo:
  SCRIVERE DI GUSTO Laboratorio di scrittura gastronomica 
che si terrà a dicembre a Sorrento. Per info cliccate qui. 
Perchè è molto importante saper raccontare e scrivere le “storie del cibo”, non tutti sono in grado di saper scrivere una ricetta o di saper descrivere un procedimento inerente ad esempio la preparazione di una torta. Ci sono regole, vere e proprie indicazioni come quando si scrive una tesi.
Con questa premessa mi piacerebbe parlare un po’ della nascita della scrittura gastronomica……
Ieri e Oggi….l’evoluzione della scrittura gastronomica
E’ intorno al XIX secolo in Francia (e dove altrimenti?), a seguito di una vera e propria rivoluzione culturale ed una maggiore differenza tra le diverse condizioni sociali, economiche e culturali, che nasce e si evolve un puro interesse per la gastronomia. Questo interesse ha contribuito alla nascita della scrittura gastronomica creando la nuova tendenza del 19 ° sec.
L’Almanach des gourmands” di Alexandre Balthazar Laurente Grimod de la Reynière (uno dei primi gastronomi nella storia) è stato forse uno dei libri più influenti e importanti della scrittura gastronomica. Dal 1803 al 1812 è stato ristampato ben otto volte. Questo almanacco ha aperto la strada ad altri capolavori; mentre altri scrivevano critiche d’arte, di letteratura e di teatro, Charles Louis de Badet Gassicour scrisse “Cours gastronomique“, un vero e proprio contenitore di cultura gastronomica dell’epoca.
Tornando a Grimond, egli riuscì a combinare professionalità, arte e scienza. Scrisse ricette in un tono didattico e tecnico, analizzando e focalizzando l’attenzione sull’igiene e sull’importanza dell’arte dell’eloquenza.
Inoltre è stato forse il primo a dare importanza e ad associare e collegare i produttori, i fornitori ed infine consumatori. E’ stato l’inventore del concetto di social-food. Non dimentichiamo che l’epoca post-rivoluzionaria è stata un’epoca ricca, nasce la borghesia….ed i prodotti alimentari divennero facilmente reperibili ed il popolo inizia a parlare di cibo rendendo questo argomento degno di un elevato status sociale.
Uno dei più grandi cambiamenti che hanno permesso questa vera rivoluzione è la conversione dei luoghi di vendita di cibo in ristoranti, prima costretti ad essere un bene di lusso esclusivamente dei nobili ed ora aperti a tutti. (prima del 19° si parlava di osterie e locande). Nel tardo 18 ° secolo i ristoranti a Parigi erano poco più di 200, nel 1820 più di tremila; offrivano inoltre un’ampia scelta di stili di cucina. La rivoluzione dei trasporti permise una maggiore varietà di prodotti, che arrivavano con velocità sempre più freschi.
Anche la stessa agricoltura subì una metamorfosi, prima vista come una pratica di sussistenza ed ora in un vero e proprio lavoro.
Jean Anthelme Brillat-Savarin
Forse fu un profeta, ma Jean Anthelme Brillat-Savarin (politico e gastronomo francese) in uno dei suoi libri afferma «i cuochi diventeranno chimici e le cucine laboratori». Aveva LETTERALMENTE previsto le tendenze attuali.
Questi studiosi, ed in particolare Grimod de la Reynière erano nel posto giusto al momento giusto. Non è un caso che la scrittura gastronomica nacque e sopratutto ebbe un boom di vendite: c’erano i soldi e ci si poteva permettere qualunque bene, ma mancava la conoscenza, c’era un mercato per la conoscenza.
Anche al giorno d’oggi è accaduta una cosa simile: c’è stato un rinnovato interesse per la gastronomia da parte della società e dai Media (tv, radio, stampa).
Ed Internet è stato forse il mezzo di comunicazione e di diffusione più utilizzato…io stesso, tramite il mio blog, passo il tempo digitando dal mio portatile in cucina mentre mia mamma stira e guarda la tv. Il “Food-Blogging” è ormai un passatempo amatoriale per molti (come era lo scrivere versi nel 1800).
Tutti noi ed anche i V.I.P. tramite i blog, Twitter, Facebook o Instagram fotografano i loro pasti.
 Applicazioni come Foursquare permettono di promuovere se stessi e di vantarsi del ristorante o bar in cui si trovano. 
L’evoluzione della scrittura gastronomia è ancora in atto, e con essa la stessa evoluzione economica legata al cibo. Insomma, anche oggi, a distanza di oltre 2 secoli, per differenziarsi dalla massa la gente cerca un modo per migliorare la propria conoscenza. E lo trova attraverso le università che offrono corsi di gastronomia (food and bevarage), le scuole di cucina (che spuntano come fughi) che si rivolgono anche ad un pubblico meno esigente come i bambini (children-in-the-Kitchen), i corsi specializzati che permettono anche a chi non ha seguito studi di carattere ristorativo ed alberghiero, di affacciarsi ed istruirsi su determinati argomenti (corsi per pizzaiolo, corsi per finger-food o cake-design).
Non dimentichiamo che la cucina è una delle espressioni più caratteristiche di un gruppo etnico”






Trovi quest’articolo sulla testa giornalistica online
REPORTWEB 
nella rubrica ATTUALITA’






Quanto è stato utile questo post?

Clicca sulla stella per esprimere un voto!

Voto medio / 5. Conteggio dei voti:

Nessun voto finora! Sarai il primo a valutare questo post.

Condividi
By Giuseppe Alfredo Ruggi

Mi reputo un professionista dinamico nel settore della ristorazione. Ho fondato questo portale nel 2008, diventato un punto di riferimento per studenti di istituti alberghieri. Sono appassionato di intelligenza artificiale e nuove metodologie didattiche e credo fermamente che non si smette mai di imparare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.