Perchè dalla vita pretendiamo sempre “MORE”?

Ieri, sabato 12-04 all’università SUOR ORSOLA BENINCASA, durante il corso tenuto dalla prof.ssa MARIA D’AMBROSIO ho (ri)visionato un corto animato in stop-motion (anno 1998) del bravissimo MARK OSBORNE (padre di KUNG FU PANDA…ed ho detto tutto).

Vi riporto l’intero video direttamente prelevato da youtube

Scritto e diretto da MARK OSBORNE questo corto animato si intitola: MORE

L'”ELOGY” (questo il titolo della colonna sonora) è suonata da una band anni ’80 che si chiama: NEW ORDER

Allora a quanto pare si parla di “MORE” “NEW ORDER“….more potrebbe indicare “di più” ma anche “un altro” e new order potrebbe stare per “nuovo ordine” o “nuovo assetto”.

Significati nascosti o semplice coincidenze…..


Cosa ci vuole dire?

Proiettato in un contesto in cui in aula si stava parlando dell’OSSERVAZIONE come strumento per SCOPRIRE ed IMPARARE, dell’intenzionalità dello sguardo e di come procedere per focus, di come uscire dal giudizio ed entrare nella relazione……questo corto può avere tanti significati come averne uno solo.

Ecco la mia CHIAVE di LETTURA:

Questa è la storia di noi stessi, della nostra vita e della frenetica ricerca della felicità. Una felicità spensierata, una puerile gioia che crescendo molti di noi hanno perso. 

E questo schiavo-cittadino-operaio, uno dei tanti di una società incolore e “very fast” che pensa solo a produrre in serie, inventa qualcosa

Pian piano lui scopre qualcosa e lo reinventa costruendo di notte, dopo una giornata disumana passata in fabbrica, una finestra che da una visione di mondo felice e beato (BLISS, appunto). 

La SUA visione, attenzione. 

Visione che sostituisce un altro prodotto che forse è stato creato nello stesso modo.

Forse l’autore vuole farci capire che chi vive una vita insoddisfatta in qualche modo si aliena dal resto del mondo custodendo inconsciamente dentro di se (quasi fosse un armadietto nello stomaco) tutte le emozioni che non vuole condividere, magari per paura di non essere compreso o ferito, mentre forse chi è veramente felice vuole condividere con gli altri quello che ha dentro e lo espande fino a colorare come un arcobaleno (la stessa sostanza che conserviamo dentro l’armadietto interiore) anche la propria pelle. 

Purtroppo la visione del mondo del disperato inventore è una visione felice, spensierata ma nata dalla tristezza e che non può fare altro che consumarlo. Questo geniale cittadino alienato (forse la somiglianza con il più celebre alieno cinematografico non è un caso) raggiunge fama e gloria, si costruiscono statue in suo onore ma scopre poi, una sera in ufficio di essersi svuotato. I soldi ed il potere non sono tutto nella vita. Prima o poi finiscono, come è accaduto al protagonista e prima di lui all’inventore del prodotto precedente “HAPPY” 

(se fermate il filmato su quest’inquadratura 

noterete che in fondo è riportata 

la notizia della sorte dell’azienda “HAPPY”)


Chi resta solo e non fa nulla per integrarsi (non si muove con gli altri come su quella giostra), per far conoscere il vero IO è destinato quindi, anche se ricco, a vivere una vita vuota. Vuota come il brillante operaio, che ormai ha perso una parte di se e scruta all’orizzonte un gruppo di giovani che gioca e si diverte, simbolo di chi invece è restato fedele ai propri ideali.

E voi? 

Com’è indossare 

i vostri occhiali???

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