E’ difficile analizzare un progetto così complesso come le Strade del Vino in Campania. Purtroppo esso presenta notevoli problematiche che vanno analizzate oggettivamente.

Quest’articolo quindi non è una critica ma un’analisi sulle problematiche connesse al progetto STRADE DEL VINO CAMPANE
Non conosci le Strade del Vino in Campania? Leggi il mio articolo
Le problematiche
Sono numerose le problematiche concernenti le Strade del Vino in Campania.  La stampa nazionale parla di un vero fallimento, un naufragio per una compartecipazione di responsabilità. Nel corso degli anni, infatti, molti giornali e siti web hanno analizzato le problematiche di questi progetti ed intervistato titolari ed operatori del settore enoturistico. Gabriella Ferrara, titolare dell’azienda vitivinicola Benito Ferrara (Irpinia) ha dichiarato più volte che sulla carta il progetto Strade del Vino era fantastico, ma nella realtà tutto è stato rovinato perché nessun operatore ha voluto creare sistema ma ha preferito lavorare singolarmente. Anche Giuseppe Caggiano, titolare di Cantine Caggiano conferma il fallimento, dovuto anche dall’impossibilità della promozione territoriale legata al vino. 
Oltre il problema dell’avvio lento e del loro riconoscimento, nel corso degli anni si sono registrate numerose noti dolenti: 
  • passaggio dai Comitati promotori ai Comitati di gestione, con il loro Statuto e le loro precise regole di funzionamento; 
  • applicazione di un sistema di immagine coordinata che renda i percorsi, le persone ed i prodotti identificabili e raggiungibili dagli utenti; 
  • difficoltà nel reggere il confronto per chi ha sempre prodotto e venduto direttamente; 
  • fortissima discrasia comunicazionale ed ambientale tra le realtà produttive appartenenti alle Strade del vino della Campania;              

Il passaggio       
Le Strade del Vino Campane danno la sensazione diffusa che lo strumento non sia andato molto oltre i primi formali passi di costituzione.  
I Comitati promotori dei percorsi aderendo al disciplinare e dopo essere stati autorizzati dalla Regione Campania, diventano a tutti gli effetti comitati di Gestione.  Ogni comitato di Gestione diventa così autonomo auto-disciplinandosi con un proprio statuto. Purtroppo dal 1999,  ben sedici anni fa, molti di quelli che figurano ancora oggi ne “Le Strade del Vino” s’inserirono nel progetto per opportunismo traendo vantaggio economico a danno dell’istituzione Regione Campania.    
Oggi giorno, molti comitati sono inattivi; riconosciuti legalmente come detentori esclusivi della gestione dei propri territori, non hanno realmente fatto gli interessi del territorio, né degli operatori coinvolti. La colpa del fallimento del progetto Le Strade del Vino Campane è da attribuire quasi totalmente ai comitati che ne fanno parte. Non hanno prodotto materiale informativo, molti non hanno curato l’esternalizzazione del progetto e la sua promozione oltre i confini dei propri territori.
L’applicazione
Non è facile per i soggetti coinvolti riuscire ad applicare in maniera ottimale gli obiettivi fissati nel disciplinare de Le Strade del Vino. I comitati non hanno formato i produttori di vino e di prodotti tipici territoriali su come accogliere turisti né tantomeno hanno delegato operatori del settore turistico.
 In questo modo, oggi, visitare una cantina vuol dire quasi sempre essere accolti in un’azienda impreparata che, oltre a non avere spazi adeguati, non conosce neanche il funzionamento del sistema turistico. Inoltre molti produttori e cantine non sono disposti ad accogliere visitatoti nei diversi periodi dell’anno. 
In quasi la totalità dei casi son sono state attuate iniziative di marketing o promozionali di nessun genere ed è mancata la più elementare forma di pubblicità̀ del progetto sul territorio, rimasto sostanzialmente legato ad altre iniziative promosse da altri enti, estranei agli operatori de Le Strade del Vino Campane.    
I Comitati avrebbero dovuto creare eventi in periodo di bassa stagione per stimolare la consapevolezza in chi vive il territorio quotidianamente ed eventi in alta stagione per accogliere in maniera ottimale turisti stranieri. 
Il vino, in quanto prodotto della terra, è enormemente influenzato dal fattore tempo: la vendemmia, tipica in un determinato periodo dell’anno, dovrebbe essere un momento a forte carattere attrattivo ma non è così. 
Inoltre numerosi eventi dal valore internazionale come VinItaly ed EXPO 2015 sarebbero potuti diventare un palcoscenico ideale per la promozione del progetto ma non sono stati presi realmente in considerazione (almeno così sembra).   
Il confronto
All’inizio i soggetti coinvolti credevano molto nel progetto Strade del Vino. La maggior parte degli operatori coinvolti sanno bene che non è facile reggere il confronto in un mercato per chi lavora e produce nella regione. Le Strade del Vino non hanno realmente permesso un confronto quotidiano. I comitati non hanno agevolato i produttori, né tanto meno indirizzati verso forme di finanziamento che permettessero loro un adeguamento strutturale e la realizzazione di spazi di accoglienza.              
Il territorio
Molti enti, associazioni e infrastrutture del territorio della regione Campania sono totalmente inadeguate all’incoming turistico moderno. E’ la verità e bisogna prenderne atto.
E’ gravissimo per un regione che vanta testimonial naturali come il Vesuvio, le Isole, i campi Flegrei, il Cilento (e tanto altro) invidiati da tutta Italia e dal mondo intero. Centinaia di turisti scelgono la modalità fai-da-te in quanto i soggetti ospitanti offrono esclusivamente i proprio servizi escludendo la formazione di una rete che potrebbe snellire e facilitare la permanenza dei turisti e perché no, anche ripeterla in futuro. L’inadeguatezza dei trasporti urbani unita a quella dei soggetti ospitanti crea sfiducia dei turisti che visitano una sola volta la regione Campania. Bisognava predisporre piani territoriali paesistici, piani di recupero del patrimonio edilizio esistente, manutenzione delle strade interessate dai percorsi ma nulla del genere è stato fatto.  
La strutturale debolezza del comparto agricolo campano è contrassegnato da un esiguo dimensionamento aziendale e da una bassissima cooperazione orizzontale, oltre che dall’invecchiamento esponenziale della popolazione attiva.  Il sistema “Strada del Vino” non nasce per far incrementare la vendita di VINO ma per creare itinerari e percorsi enogastronomici interconnessi ad città d’arte e musei. Il turista viene per curiosità, magari spinto dall’appeal del nome Strada del Vino e poi non ha la possibilità concreta di raggiungere il vigneto perché non è facile raggiungere i produttori di vino sia per la penosa segnaletica stradale sia per i dissesti stradali.. Inoltre, una volta raggiunte le aziende, esse sono prive di spazi di degustazione (molte addirittura prive di parcheggio). 
I Competitors
Come se non bastasse, esistono numerosi competitors che deviano quei pochi turisti che scelgono gli itinerari dei comitati.
Quali potrebbero essere le soluzioni?
Leggi qui, un mio articolo in merito alle possibili iniziative per risollevare il progetto Strade del Vino in Campania
I contenuti in quest’articolo possono subire variazioni dovute all’evoluzione dell’operato delle diverse associazioni ed enti che curano il progetto Strade del Vino Campania ed all’aggiornamento delle leggi. Sarà mia cura tenere aggiornate le informazioni.
Il presente articolo fa parte di un Project Work presentato come elaborato finale per l’esame di  IFTS “Tecnico superiore specializzato in elaborazione, produzione e somministrazione di specialità enogastronomiche tipiche della dieta mediterranea” anno 2015. 
Le fonti dell’articolo sono state ricercate sul web, su blog di professionisti, sui siti istituzionali e sui portali dei diversi comitati che curano il progetto.
Per qualsiasi chiarimento contattami su profruggi@gmail.com

Di Giuseppe Alfredo Ruggi

Insegnante di enogastronomia, digital teacher e non solo. Collabora con numerose scuole d'Italia, ha pubblicato numerosi articoli e due testi. Innamorato della scuola sa bene che insegnando si impara.

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