Negli ultimi anni, gli istituti alberghieri hanno vissuto un periodo di trasformazione e sfide senza precedenti. Se un tempo erano considerati il punto di partenza per una carriera brillante nel settore della ristorazione e dell’ospitalità, oggi ci si chiede: sono ancora in grado di preparare i giovani alle esigenze di un mercato in continua evoluzione? E me lo chiedo io, da decenni docente ITP e come me tanti altri docenti. Oggi forse sono davvero troppi; dati 2022 è la Campania la prima regione d’Italia per numero di scuole a indirizzo turistico-alberghiero con 163 istituti seguita da Sicilia (115) e Lazio (84).
Partiamo da un dato di fatto: il settore della ristorazione è in costante cambiamento.
Le tendenze culinarie, le aspettative dei clienti e le tecnologie emergenti stanno ridefinendo il panorama. Avevo già scritto qualche tempo fa quanto sia fondamentale che gli istituti alberghieri si adattino a queste nuove realtà. Ma come possono farlo?
Il calo demografico
Il calo demografico in Italia è un fenomeno significativo che ha avuto ripercussioni dirette sul sistema educativo, in particolare sulle iscrizioni nelle scuole superiori. Negli ultimi anni, il paese ha registrato una diminuzione della popolazione, dovuta a fattori come il basso tasso di natalità, l’invecchiamento della popolazione e l’emigrazione di giovani in cerca di opportunità lavorative all’estero. Questa diminuzione della popolazione giovanile ha portato a un calo delle iscrizioni nelle scuole superiori. Secondo i dati recenti, il numero di studenti iscritti alle scuole superiori è in costante diminuzione, con una riduzione significativa rispetto ai decenni precedenti. Questo trend ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sostenibilità delle istituzioni scolastiche e alla qualità dell’istruzione offerta. Inoltre, il calo demografico ha portato a una maggiore competizione tra le scuole per attrarre studenti, spingendo alcune istituzioni a diversificare l’offerta formativa e a migliorare i servizi per rispondere meglio alle esigenze degli studenti e delle famiglie. Le scuole stanno anche cercando di promuovere percorsi di studio innovativi e professionalizzanti per attrarre un numero maggiore di iscritti.
L’importanza della formazione pratica
Uno degli aspetti più critici della formazione alberghiera è l’equilibrio tra teoria e pratica. Molti pedagogisti moderni sottolineano l’importanza di un approccio pratico nell’insegnamento. “Gli studenti devono avere l’opportunità di mettere in pratica ciò che apprendono in aula”. Questo è particolarmente vero nel settore della ristorazione, dove le competenze pratiche sono essenziali. Tuttavia, non tutti gli istituti riescono a fornire esperienze pratiche adeguate. Alcuni si concentrano eccessivamente sulla teoria, lasciando gli studenti poco preparati ad affrontare il mondo reale. È qui che sorge una domanda: come possono gli studenti sviluppare le competenze necessarie se non hanno l’opportunità di applicarle?
Innovazione e tecnologia
Un altro aspetto cruciale è l’integrazione della tecnologia nella formazione. Oggi, l’uso di software di gestione, sistemi di prenotazione online e tecnologie di cucina avanzate è diventato standard nel settore. Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, le istituzioni educative devono abbracciare queste tecnologie per rimanere rilevanti. Ma c’è un problema: molti istituti alberghieri non sono attrezzati per fornire una formazione adeguata in questo campo.
Quanto contano le TIC oggi? Scopriamolo insieme
Alcuni docenti potrebbero non avere familiarità con le ultime tecnologie il che può limitare l’apprendimento degli studenti. È un circolo vizioso: se gli insegnanti non sono aggiornati, come possono preparare gli studenti per un futuro che richiede competenze tecnologiche avanzate?
Quanto siamo osoleti?
La scuola alberghiera in Italia ha una lunga tradizione e una reputazione consolidata nel settore dell’ospitalità e della ristorazione. Tuttavia, ci sono alcuni aspetti in cui potrebbe apparire obsoleta rispetto ad altre realtà internazionali:
- Curriculum e Innovazione: alcuni istituti alberghieri italiani potrebbero non essere al passo con le ultime tendenze e innovazioni nel settore, come l’uso della tecnologia, la sostenibilità e le nuove pratiche culinarie. In paesi come la Svizzera o gli Stati Uniti, le scuole alberghiere tendono a integrare più rapidamente queste innovazioni nei loro programmi;
- Formazione Pratica: mentre molte scuole alberghiere italiane offrono una solida formazione pratica, altre realtà internazionali possono avere legami più forti con l’industria, offrendo stage e opportunità di lavoro più frequenti e diversificati;
- Internazionalizzazione: le scuole alberghiere in paesi come il Regno Unito o gli Stati Uniti spesso attirano studenti da tutto il mondo e offrono programmi in lingua inglese, facilitando l’internazionalizzazione. In Italia, sebbene ci siano programmi in inglese, la maggior parte dell’insegnamento è ancora in italiano, il che può limitare l’attrattiva per studenti stranieri;
- Focus sulla Sostenibilità: le scuole alberghiere in alcune nazioni stanno ponendo un forte accento sulla sostenibilità e sull’uso di pratiche ecologiche. In Italia, sebbene ci siano iniziative in questo senso, il curriculum potrebbe non essere ancora sufficientemente orientato verso queste tematiche;
- Adattamento alle esigenze del mercato: le scuole alberghiere internazionali tendono ad adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato del lavoro, aggiornando i loro programmi per rispondere alle richieste delle aziende. In Italia, il processo di aggiornamento dei programmi è certamento più lento.
L’importanza delle soft skills
Oltre alle competenze tecniche, le soft skills sono diventate sempre più importanti nel settore della ristorazione. La capacità di comunicare efficacemente, lavorare in team e gestire situazioni di stress è fondamentale.
Le soft skills possono fare la differenza tra un buon professionista e un grande professionista.
Tuttavia molti istituti alberghieri trascurano questo aspetto. Le lezioni si concentrano principalmente sulle competenze tecniche, mentre le soft skills vengono spesso lasciate in secondo piano. Ma ci si può davvero aspettare che i giovani professionisti eccellano nel loro lavoro se non sono preparati a interagire con i clienti e a lavorare in team?
Ma i docenti sono davvero decenti?
Parliamo del reclutamento docenti in Italia…..per carità, quanti problemi:
- Burocrazia e complessità: il sistema di reclutamento è caratterizzato da una burocrazia complessa e da procedure lunghe e farraginose. I candidati devono affrontare una serie di passaggi, tra cui concorsi, prove scritte e orali, che possono risultare scoraggianti e poco trasparenti;
- Concorso e selezione: i concorsi per l’assunzione dei docenti sono spesso criticati per la loro rigidità e per la mancanza di criteri di selezione che tengano conto delle competenze pratiche e dell’esperienza sul campo. Questo può portare all’assunzione di insegnanti che, pur avendo superato le prove, potrebbero non essere i più adatti per il contesto scolastico specifico;
- Sottovalutazione delle competenze professionali: il sistema attuale tende a privilegiare la preparazione teorica rispetto alle competenze pratiche e relazionali, che sono fondamentali per un buon insegnamento. Questo approccio può portare a una mancanza di insegnanti capaci di affrontare le sfide quotidiane in aula;
- Incertezze e instabilità: la modalità di reclutamento ha portato a una situazione di incertezza per molti aspiranti docenti, con lunghe attese per l’assunzione e una mancanza di stabilità lavorativa. Questo può disincentivare i talenti a intraprendere la carriera docente, contribuendo a una carenza di personale qualificato.
- Disparità regionali: il reclutamento dei docenti può variare significativamente da regione a regione, creando disparità nell’accesso a insegnanti di qualità. Le aree più svantaggiate possono trovarsi a dover affrontare una maggiore difficoltà nel reclutare e mantenere docenti competenti;
- Mancanza di formazione continua obbligatoria davvero: una volta assunti, i docenti spesso non ricevono un adeguato supporto per la formazione continua oppure non lo cercano proprio. Tanto chi li controlla? Questo alla lunga può portare a una stagnazione delle competenze e a una difficoltà nell’adattarsi alle nuove metodologie didattiche e alle esigenze degli studenti;
- Critiche alla valutazione: le modalità di valutazione dei candidati durante il reclutamento sono spesso oggetto di critiche. La mancanza di un sistema di valutazione chiaro e soprattutto nazionale può portare a favoritismi e a una selezione non meritocratica. In dialetto napoletano, diciamocelo, l’organizzazione dei concorsi docenti è proprio ‘a bancarella ro’ torrone….ognuno fa quello che vuole, chi sostiene la prova in lingua, chi non lo fa, chi svolge la prova pratica da solo, chi in gruppo, chi riceve una traccia per la prova orale lunga quanto un romanzo e chi invece breve quanto un vecchio SMS.
La voce degli studenti
È interessante notare che molti studenti degli istituti alberghieri esprimono preoccupazioni simili. In un’intervista condotta con alcuni di loro è emerso che molti si sentono poco preparati ad affrontare il mondo del lavoro. “Siamo bravi a cucinare, ma non sappiamo come gestire un ristorante“, ha detto uno studente. Questa è una testimonianza diretta di una lacuna formativa che deve essere affrontata. Oppure il contrario: “abbiamo fatto davvero poche ore di pratica e non siamo mai stati in una vera cucina“. Inoltre molti studenti desiderano un approccio più pratico e meno teorico. “Vogliamo imparare facendo, non solo ascoltando“, ha aggiunto un altro studente. Questa richiesta è un chiaro segnale che gli istituti devono rivedere i loro programmi e metodi di insegnamento.
L’indirizzo di Accoglienza Turistica esiste ancora?
Non è un caso che io abbia scelto una foto del genere come copertina a quest’articolo. Purtroppo molto istituti professionali oggi tendono ad offrire una formazione pratica più intensa e immediata, con laboratori di cucina e stage in ristoranti. Questo approccio pratico può risultare più attraente per gli studenti che preferiscono un apprendimento “hands-on”. E poi non si fa che parlare di cucina, spesso rappresentata in modo molto positivo nei media, con programmi televisivi di cucina e chef famosi che ispirano i giovani. Se i docenti di Accoglienza Turistica non si svegliano dal loro sonnellino sarà difficile riprendersi….come fare? Ve lo spiego io se me lo chiedete.
Verso un futuro migliore
Cosa si può fare per migliorare la situazione? Innanzitutto, è fondamentale che gli istituti alberghieri collaborino con le aziende del settore per garantire che i programmi siano allineati alle esigenze del mercato. Le partnership con ristoranti e hotel possono fornire agli studenti opportunità di stage e formazione pratica, rendendo la loro esperienza educativa più completa. Inoltre, è essenziale investire nella formazione continua dei docenti. Solo insegnanti aggiornati possono fornire agli studenti le competenze necessarie per avere successo. Infine, non dimentichiamo l’importanza di ascoltare le opinioni degli studenti. Le loro esperienze e feedback possono fornire preziose indicazioni su come migliorare i programmi formativi.
In conclusione, gli istituti alberghieri oggi si trovano di fronte a sfide significative e opportunità straordinarie. Con un approccio più pratico, l’integrazione della tecnologia e un focus sulle soft skills, possono preparare i giovani professionisti a eccellere nel settore della ristorazione.
La domanda è: siamo pronti a fare i cambiamenti necessari per garantire un futuro brillante per i nostri studenti? La risposta potrebbe determinare il successo del settore nei prossimi anni.
Volevo solo dirti che sono pienamente d’accordo con te, in quello che hai scritto. Sono anch’io un ITP di sala e vendita, ma credimi vorrei fare tanto per la dicitura “vendita” qui nella mia scuola A. Moro di Trani, ma il nostro preside ribadisce in collegio d’avere una coperta sempre più corta per i laboratori tecnico pratici anziché potenziarli. Si favoriscono alcuni docenti ITP che si prestano gratuitamente pur di realizzare, poi, scopi personali …”dentro la scuola” a scapito di studenti. Si può parlare tanto, ma devo fermarmi, mi lamento solo di non essere rimasto in Svizzera a lavorare e mettere su famiglia.
è un momento di profonda crisi