Insegnare cucina a tutti: dsa, diversamente abili, stranieri e non solo…

Quanto è importante preparare il cibo da una scala da 1 a 10?
E’ una domanda che mi sono posto molte volte ed a cui cerco sempre di dar risposta ma non è affatto semplice. Perchè per “preparare il cibo” devi essere a conoscenza di molti argomenti, non basta mettere la pentola sul fuoco. Consapevolezza di se e del mondo, interazioni sociali, manualità, velocità di elaborazione, capacità di integrazione, attenzione ai pericoli, nozioni di chimica e fisica…….e così mi accorgo che
non è affatto semplice insegnare una disciplina come CUCINA.
Io ormai sono 11 anni che ci provo e devo ammettere che non me la cavo male ed ho adottato nel corso del tempo alcuni accorgimenti e strategie che voglio ora condividere con te, amico lettore.
E’ simpatico e quasi paradossale ma NON ESISTE UNA RICETTA per insegnare CUCINA in maniera ottimale.
Insegnare una disciplina del genere, tanto ampia quanto mutevole (pensa alla diversità di forme mutate nel corso delle epoche storiche) impone una profonda conoscenza della materia.
Che tu sia:
  • un insegnante neoimmesso;
  • un futuro prof che tra poco svolgerà il concorso;
  • che tu sia abilitato con PAS o TFA;
  • che tu appartenga alle GAE;
  • che tu sia solo un appassionato;
  • che tu sia uno chef che terrà a breve un corso di cucina;
  • che tu sia un ente di formazione;
  • che tu sia un ragazzo appena diplomato che vuole insegnare….

    In ogni caso per diffondere e condividere con il discente questa conoscenza occorre adottare MODELLI DIDATTICI e METODOLOGIE DIDATTICHE ben precise.

Innanzitutto occorre avviare un’analisi accurata della platea.

Chi hai di fronte?

Cosa si aspetta da te?

Perchè indossa una divisa di cucina?

Sono queste le domande che devi porti prima di iniziare la lezione, prima di fare qualunque altra cosa.
Si parte così da un insegnamento diagnostico che permetta di poter realizzare dei piani di lavoro individuali, con ritmi e intensità di lavoro basati sulle abilità e caratteristiche individuali.  Perchè uno dei tanti obiettivi di un insegnante è riuscire ad essere capito, no?

Ma cosa accade se di fronte a te si pone il limite comunicativo?

Come ci si comporta davanti ad una persona diversamente abile oppure una persona che non parla la tua stessa lingua?
In quel caso la manualità ci viene in aiuto. L’insegnante deve riuscire ad attivare nello studente i canali sensoriali (il tatto, la vista, il movimento, l’udito) integrandoli nel processo di apprendimento.
Tu docente, devi essere esplicito, devi descrivere e sviluppare sia la competenza, che la scomposizione della competenza in passaggi, perché il discente non conosce a priori il concetto.
Esempio:
LA PANIFICAZIONE
IMPASTARE BENE, PERMETTE LA FORMAZIONE DELLA MAGLIA GLUTINICA CHE PERMETTE LA BUONA RIUSCITA DELLA LIEVITAZIONE ==> per capire questo concetto occorre obbligatoriamente che il discente sia parte attiva di questo processo ==> al bando le impastatrici e con le mani inneschiamo la sensazione tattile, permettendo di concepire in tre dimensioni il “grumo”, percependo l’elasticità, assaggiando l’impasto prima e dopo aver aggiunto sale e lievito.
L’alunno deve capire ed imparare attraverso l’azione
Sapevi che i dislessici devono ripetere più volte  i passaggi perchè hanno difficoltà a gestire la memoria a breve termine?
Hai mai pensato a quanto sia fantastico e meraviglioso per una persona entrare in un laboratorio di cucina ed indossare una divisa?
Devi saper gestire le emozioni del tuo discente perchè esse sono il vero motore della tua lezione = la curiosità genera domande, la noia genera distrazione e la felicità puo’ a volte generare rischi di infortuni.
Ognuno di noi è veicolo della propria storia e tutti abbiamo diversi modi di comprendere
Ed ecco che il primo passo è padroneggiare lo spazio e comprendere i concetti base come le coordinate (sopra, sotto); poi occorre identificare la strumentazione (forno, piano di lavoro), le operazioni (cuocere, raffreddare),il concetto di temperatura (fuoco medio, fuoco basso), diversi tipi di piatti (antipasto, dolce).
Quando avrai pian pian conquistato queste tappe importantissime, solo allora puoi iniziare a cucinare.
Ma come fai ad uniformare la comprensione di una ricetta per tutti i tuoi discenti?
Io ad esempio, porto sempre con me la ricetta scritta con Word, ed abbino ad ogni passaggio delle icone, come queste.
Una volta che il discente conosce lo spazio, gli strumenti, le operazioni e le azioni della cucina e del cucinare, usa un ricettario con icone e simboli in modo che possa associare i concetti alle immagini.
Mi raccomando, parti sempre dalla ricetta più semplice, quelle che richiedono meno ingredienti e meno passaggi. Poi pian piano, puoi iniziare con ricette complesse.

E se chiedessi ai tuoi alunni di creare
un  glossario con i termini di cucina?

Acquisire la piena padronanza delle nozioni di base della cucina permette di staccarsi dalla classica ricetta  e poter avere nuovi spunti; permettere all’alunno di diventare AUTONOMO.
Ovviamente non pretendere che tutti abbiano un glossario, per i più “pigri” puoi consigliare loro di scaricare i termini ed il suo significato da internet.E se tu realizzassi un blog con all’interno tutti gli argomenti che tratti a scuola?
Il mio blog è nato così, tra i banchi di scuola.
In questo modo posso consigliare ad i miei ragazzi di visitare il blog per maggiori informazioni, posso integrare gli argomenti con video e schemi, posso invitarli a continuare la lezione sui social networks, posso interagire con loro attraverso i commenti.
Ti invito a leggerlo, studiarlo, visitarlo in ogni pagina. Magari commenta quest’articolo qui in basso.
Sono tante le cose che voglio scrivere e lo farò al prossimo articolo.
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La didattica è cambiata, e tu ed io lo sappiamo

Stay tuned……

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Giuseppe Alfredo Ruggi

Mi reputo un professionista dinamico nel settore della ristorazione. Ho fondato questo portale nel 2008, diventato un punto di riferimento per studenti di istituti alberghieri. Sono appassionato di intelligenza artificiale e nuove metodologie didattiche e credo fermamente che non si smette mai di imparare.

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