Il cibo muove l’economia mondiale, questo è ormai cosa certa.
Ed un paese come l’Italia che dovrebbe puntare sul turismo e sull’enogastronomia, vivere e far vivere grazie alle tantissime bellezze materiali ed “immateriali” sembra finalmente aver capito.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con il Ministro Maurizio Martina, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca con il Ministro Stefania Giannini ed il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo con il Ministro Dario Franceschini hanno convocato oltre 40 chef tra i più importanti d’Italia per trovare una linea comune su come valoreizzare la gastronomia tricolore.
Così, dopo diverse riunione viene presentato un piano di azioni per la valorizzazione della cucina italiana:
il FOOD ACT
Come prima operazione, viene istituito il Forum della cucina italiana, un’organizzazione permanente di lavoro e confronto tra “fornelli” e scrivanie, cioè tra chi vive la ristorazione 365 giorni l’anno e le principali istituzioni interessate e si riunirà almeno tre volte l’anno.
Assieme ai Ministeri citati sopra, collaboreranno anche il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l’Anci, gli operatori e gli altri enti e organismi pubblici interessati al tema.
Viviamo in un mondo “che chiede ITALIA sopratutto a tavola“, queste le parole del Ministro Martina. Sacre parole, secondo me.
Verrà messa quindi in atto una vera e grande sinergia con i protagonisti dell’enogastronomia italiana istituendo diversi focus con gruppi di lavoro dedicati.
Il Governo italiano punta sull’internazionalizzazione riparando l’enorme frammentazione di un territorio difficile e di un mercato complesso e vuole a tuti i costi difendere e diffondere i valori del modello Dieta Mediterranea.
Il Governo italiano punta sull’internazionalizzazione riparando l’enorme frammentazione di un territorio difficile e di un mercato complesso e vuole a tuti i costi difendere e diffondere i valori del modello Dieta Mediterranea.
Sono state strutturare le prime azioni, chiamate appunto:
Le 10 azioni del FOOD ACT
1= CHEF AMBASCIATORI DELLA CUCINA ITALIANA NEL MONDO
Si tratta di un’azione di promozione sui mercati esteri coordinata con il Piano di internazionalizzazione del Governo e identificata con il segno unico “The Extraordinary Italian Taste“. Portare entro il 2020 l’export agroalimentare a toccare quota 50 miliardi di euro. In questo contesto si prevede il coinvolgimento dei principali chef italiani per promuovere il Paese negli eventi di alto valore rappresentativo. Focus specifico su Usa, Russia e Cina.
2= VALORIZZARE LE ECCELLENZE ITALIANE E LA DIETA MEDITERRANEA
L’obiettivo è rafforzare la consapevolezza delle potenzialità del patrimonio agroalimentare italiano. Coinvolgere influencer internazionali per la costruzione di un messaggio coordinato. Promuovere la conoscenza delle eccellenze agroalimentari italiane, in particolare quelle riconosciute dai sistemi di tutela pubblici (DOP, IGP e BIOLOGICO), attraverso un utilizzo in cucina che sia anche aderente ai valori della Dieta mediterranea, evidenziando allo stesso tempo la differenza con i prodotti italian sounding (clicca qui per scoprirne di più sul fenomeno ITALIAN SOUNDING in un mio articolo).
3= POTENZIAMENTO DELLA DISTRIBUZIONE DEL VERO MADE IN ITALY AGROALIMENTARE
Obiettivo: favorire l’attivazione di piattaforme logistico distributive come strumento fondamentale per l’incremento dimensionale e competitivo delle nostre imprese. Il tema cardine è garantire un migliore approvvigionamento all’estero di materie prime realmente provenienti dall’Italia, in particolare per le reti di ristorazione italiana nel mondo.
4= ALTA CUCINA, ALTA FORMAZIONE
Sul profilo formativo è necessario colmare il gap (il vuoto) del sistema, puntando sullo sviluppo di competenze economiche e imprenditoriali. Rafforzare i poli di formazione settoriale già esistenti e istituirne di nuovi maggiormente specializzati è una delle priorità del Food Act.
5= ESTENSIONE UTILIZZO STAGE PER LA RISTORAZIONE DI QUALITÀ
Si lavora per superare i vincoli dell’attuale legislazione attraverso la revisione delle linee guida in materia di tirocini approvati dalla Conferenza Stato Regioni che fissano i limiti quantitativi relativi al numero di tirocinanti in relazione la numero dei dipendenti delle singole aziende, senza alcuna differenziazione rispetto all’incidenza formativa dell’esperienza.
6= PIÙ AGGREGAZIONE NELLA FILIERA E NELLA RISTORAZIONE
Il piano sosterrà le aggregazioni nella filiera mediante le reti d’impresa attraverso strumenti come il credito d’imposta proposto con “Campolibero” (clicca qui per scoprirne di più su CAMPOLIBERO).
Verrà studiata la sua estensione a imprese operanti nel settore della ristorazione, verificando la compatibilità con la normativa europea in materia di aiuti di Stato e il fatto che si tratta di imprese, di norma micro e piccole, che operano nel commercio la cui competenza esclusiva è delle Regioni.
Verrà studiata la sua estensione a imprese operanti nel settore della ristorazione, verificando la compatibilità con la normativa europea in materia di aiuti di Stato e il fatto che si tratta di imprese, di norma micro e piccole, che operano nel commercio la cui competenza esclusiva è delle Regioni.
7=. DARE CREDITO ALLA CUCINA ITALIANA GIOVANI
Uno dei punti cardine riguarda lo sviluppo di strumenti di credito idonei a soddisfare le particolari esigenze del mondo della ristorazione di alta qualità. Favorire, anche in accordo con le Regioni, condizioni di credito agevolato da rivolgere ai giovani under 40, in possesso di particolari requisiti, per il subentro nelle aziende di ristorazione per il ricambio generazionale anche in cucina.
8= RAFFORZARE BINOMIO TURISMO-RISTORAZIONE DI QUALITA’ PER PROMUOVERE I TERRITORI
Collegare l’offerta enogastronomica a percorsi turistici di qualità, promuovendo i prodotti agroalimentari dei territori, valorizzando anche i collegamenti con la ristorazione locale di qualità, l’hotelerie e il turismo culturale. Con questo obiettivo verranno individuati strumenti di supporto e coordinamento per rafforzare l’offerta turistica in chiave culturale – paesaggistica – enogastronomica.
9= CUCINA ITALIANA DI QUALITÀ CERTIFICATA
Per valorizzare meglio la cucina di qualità si valuteranno percorsi di riconoscimento, che garantiscano il consumatore, e permettano uno sviluppo del settore orientato da politiche regionali di promozione di qualità, trasparenza, unicità dei prodotti.
10= CUCINA ITALIANA COME CULTURA, IDENTITÀ, EDUCAZIONE, INCLUSIONE
Si punta a valorizzare il legame tra cucina e cultura, identità, educazione e inclusione. Questa azione prevede la promozione di iniziative che abbiano un ampio raggio: dall’educazione alimentare nelle scuole, per la promozione di valori come la sostenibilità ambientale, la lotta agli sprechi e il rispetto del cibo, fino alla valorizzazione culturale della nuova cucina italiana. Ultimo punto è dedicato all’accessibilità anche per le fasce più deboli, dando continuità a progetti di assistenza agli indigenti.
Vedremo se il tempo darà ragione alla mossa fatta al Governo Italiano……
STAY TUNED….