Il sugo di CLEMENZA – ricetta dal film IL PADRINO

padrino 19033 0
vi farò leggere un articolo che non potrete rifiutare…

Ultimamente avevo voglia di riposarmi guardando un bel film, di quelli seri, STUDIATI ed immortali….e così ho ben pensato di guardarmi la trilogia de

IL PADRINO – THE GODFATHER.
parrrààààppaaaàààparàààpaàààrrrààààààààà
ppaàààà
pàààà
pàààààààà
parrrààààppaaaàààparàààpaàààrrrààààààààà

Film stupendo….che dire.

Ogni volta che sento le prime note della colonna sonora composta dal geniale Nino Rota sento i brividi. E’ tra i miei film preferiti: sono napoletano e so attraverso i racconti diretti di parenti ed amici che gli italiani (i meridionali soprattutto) sono riusciti a sopravvivere alla vera miseria in modi sorprendenti e purtroppo molte volte illegali.

Non dimentichiamoci che il grande AL CAPONE veniva da Castellammare di Stabia (il papà era di Angri e si stabilì a Castellammare di Stabia prima di lasciare l’Italia nel 1893 – i nonni producevano pasta nell’Agro – Nocerino – Sarnese).

Ma veniamo a noi…

…vi farò leggere un articolo che non potrete rifiutare…

Nel primo capitolo della trilogia, ci sono molte scene che richiamano alla tradizionalità del meridione ed alla cultura del cibo, nonché del piacere di stare a tavola:
  • c’è la scena del matrimonio iniziale (dove si balla e si mangia e dove il PADRINO non può rifiutare le “suppliche” nel giorno del matrimonio di sua figlia);
  • c’è la scena dell’acquisto della frutta (dove il PADRINO attentamente cerca la frutta più bella per poi essere mitragliato dai nemici);
  • c’è la scena nel ristorante Italo-Americano (dove Michael commette il suo primo omicidio per conto della sua famiglia, reato che lo costringe ad auto-esiliarsi in Sicilia per quasi un anno);
  • c’è la scena del matrimonio in Sicilia (oltre gli usi ed i costumi, ci si rende conto che il cibo era ed è ancora sinonimo di abbondanza e di affermazione sociale);
  • lo stesso DON VITO CORLEONE muore tra le sue piante di pomodoro mentre gioca con il suo nipotino;
Ma la scena che amo di più legata alla cucina dura poco (quasi un minuto circa) e si svolge nella casa del PADRINO.
Mentre DON VITO CORLEONE giace in ospedale a seguito dell’attentato, il futuro GODFATHER riceve la telefonata della sua fidanzata che gli chiede qualcosa che in quel contesto sembra troppo imbarazzante per il timido e buono  (per ora) Michael Corleone
Intanto CLEMENZA, uno dei picciotti più fidati della famiglia sta preparando il sugo ed in poche parole nasce un breve monologo che riassume in maniera perfetta la preparazione di un buon sugo.

La gestualità di CLEMENZA è minimale, azioni ben chiare. Indossa un grembiulino che fa ben pensare che forse non è la prima volta che cucina per la “famiglia”.
Apre i barattoli di pelati (rigorosamente ITALIANI) e li versa in padella e mentre Michael è a telefono lui li smuove con un bella “cucchiara” (mestolo) di legno.  La telecamera segue il futuro PADRINO e ci accorgiamo che ci troviamo in una cucina vissuta, con pentole lavate poggiate sul mobile a sgocciolare e tanto cibo pronto per essere cucinato.
VIENI DI QUA GUAGLIONE, 
MPARETE..
..può succedere che devi cucinare per una ventina di figli”!
Gangster che uccidono a sangue freddo che si scambiano consigli di vita..
..FORMIDABILE e SUGGESTIVO…non ho parole
“… si comincia con un poco d’olio, ci friggi uno spicchio d’aglio…poi ci aggiungi tomato e anche un poco di conserva. 
Friggi e attento che non se attacca…quando tutto bolle ci cali dentro salsicce e pulpetta, poi ci metti uno schizzo di vino e nù pucurille ‘e zucchero..”

La ricetta è quella classica, il modo di cucinare il sugo di pomodoro delle nostre nonne che già sapeva che per correggere l’acidità del “tomato” dovevano aggiungere zucchero.
“….E MANGI DA DIO……”

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By Giuseppe Alfredo Ruggi

Mi reputo un professionista dinamico nel settore della ristorazione. Ho fondato questo portale nel 2008, diventato un punto di riferimento per studenti di istituti alberghieri. Sono appassionato di intelligenza artificiale e nuove metodologie didattiche e credo fermamente che non si smette mai di imparare.

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