In campania noi lo chiamiamo “friariello” perchè quasi sempre viene consumato FRITTO….mmmm…gnamm..gnamm..

DA NON CONFONDERE CON “I FRIARIELLI”!!!!
quelli sono le cime di rapa!!

Lo riconoscete facilmente: va consumato a maturazione incompleta (quindi si presenta di colore verde), è di piccole dimensioni (dai 6 ai 12 cm). 
Ci sono due tipi di “friarelli“: 
  • il peperoncino napoletano da forme allungate e ben appuntito;
  • il peperoncino di fiume o nocerese caratterizzato da bocca irregolare ed apice trilobato. 

Il peperoncino verdefriariello viene coltivato in Campania in varie zone:

  • nell’Agro-Nocerino-Sarnese;
  • ad Acerra e Nola;
  • e Salerno e Napoli.
E’ grazie ai monaci Cistercensi se oggi possiamo gustare questa prilibatezza.
Fu re Carlo d’Angiò, sovrano di Francia che volle fondare due abbazie nel territorio tra Napoli ed Eboli e vene scelto proprio il territorio accanto al fiume Sarno: San Pietro di Scafati.

I monaci. sapienti conoscitori della terra, diffusero i loro saperi in tutto il territorio ed insieme ad essi le coltivazioni che portarono dalla terra madre francese. Fu così che il Peperone Chiochiera, il Cetriolo piccolo per sott’aceti, e per l’appunto il Peperone Friariello iniziarono ad essere coltivati qui in Campania.

LA STORIA….CHE BELLA COSA ABBINATA AL CIBO……  

Di Giuseppe Alfredo Ruggi

Insegnante di enogastronomia, digital teacher e non solo. Collabora con numerose scuole d'Italia, ha pubblicato numerosi articoli e due testi. Innamorato della scuola sa bene che insegnando si impara.

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