Questo è il racconto creato la mattina del sabato 24 Maggio nell’aula dell’università SUOR ORSOLA BENINCASA.
La prof.ssa M. D’ambrosio ha chiesto a noi
ind
eocenti (
gioco di parole) di creare una storia osservando una delle foto trovate sul blog
FREEPORTRAIT.org, spazio a cura del’artista amante di fotoritratti
GIANLUCA VASSALLO che con i suoi scatti ha voluto esaltare e far comunicare silenziosamente
(una foto) i volti dei newyorkesi.
Leggendo la biografia di questo artista, scopro con sommo piacere che si tratta di uno STABIESE. E ne sono davvero orgoglioso.
Mi raccomando, visitate entrambi i link
e aggiungetelo sui social.
MERITA DAVVERO.
Tornando al lavoro nei banchi tra due foto proiettate alla L.I.M.
tra questa:
e questa:
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ho scelto bene no? |
ho scelto la seconda riferendomi a lei con il nome di ANDREA.
Il compito è semplice (almeno per me e chi come me è un essere fantasioso). Realizzare una piccola storia chiedendomi: CHI C’E’ IN QUESTA FOTO?
Ed ecco la sua (my version) storia:
“E’ una studentessa napoletana che frequenta “SCIENZE ENOGASTRONOMICHE” a Bra e che lavora come plongeur (lavapiatti) per mantenersi.
Ha tanta buona volontà, è coraggioso, ha dovuto lasciare la famiglia (suo padre, ex cuoco disoccupato da anni ha problemi di alcolismo).
E’ intraprendente, crede che il suo percorso di studi possa permetterle un giorno di realizzare il suo sogno: aprire un ristorante e ridare un lavoro ed una dignità a suo padre.
Ha un gran difetto: si distrae facilmente lasciandosi andare a tante passioni come il teatro, la cucina e la lettura.
E’ giovane Andrea, e come tutte le ragazze all’inizio di una vita indipendente, ogni tanto fa qualche guaio e fidandosi ciecamente delle persone, a volte ne rimane delusa.. Come prima di questa foto, scattata da un collega dell’Università: ha litigato con il suo ragazzo (lui è voluto restare al Sud). Credeva che l’amasse ma ha appena ricevuto su WhatsApp un messaggio dove lui ammette di averla tradita più volte.
E’ orgogliosamente coraggiosa Andrea, ed i suoi occhi arrestano le lacrime che non devono essere immortalate in questa foto. Il collega le ha fatto questa foto perchè dopo sei anni, oggi lei si è laureata.“
Vi piaciuta??
A me si, e tanto. E penso anche ai colleghi e alla prof.ssa M. D’Ambriosio.
Come sommo stupore, piacere ed un briciolo di orgoglio (
per la categoria) sono rimasto molto colpito anche dai racconti letti in aula (
io sono stato il primo) dei miei compagni di studi. Tutti i racconti erano originali, scorrevoli e molto umani. C’era chi ha regalato a questo volto femminile umanità ed fragilità e chi le ha attribuito origini indiane.
C’era chi invece ha scelto il primo volto, quello dell’uomo: a lui e per lui sono state costruite storie di amicizia, gli è stata attribuita un’indole pacifica e occhi che racchiudono saggezza. I racconti spaziavano da chi lavoravano con lui nelle miniere di sale e chi invece è stato ospite ad un pranzo a base di pesce.
E dopo questa carrellata di racconti ci è stato chiesto di crearne un’altro, una mini-storia con canovaccio (per chi non lo sapesse come alcuni colleghi ignoranti, il canovaccio non è solo il sinonimo di “mappina” ma nella letteratura e nel teatro, con questo termine si indicano le basi della trama di qualsiasi storia ======> le storie della commedia dell’arte si basavano su canovaccio):
COSA MANGERESTI
CON IL TUO PERSONAGGIO?
PERCHE’?
Ed eccoci nuovamente ad immaginare Andrea:
“Lei è da poco passata alla cucina Vegana, dopo anni di vegetarismo. Essere vegani è uno stile di vita severo e consapevole, fatto di scelte ponderate, come la sua. Infatti Andrea, mentre studiava ZOOTECNICA all’università, rimasta scioccata dalle tecniche di allevamento moderno, decise all’epoca di diventare vegetariana.
Da poco, ripeto, è passata all’esclusione totale di alimenti di origine animale. E così, ogni volta che posso, vado a trovarla a Bra e cuciniamo insieme. Lei è sempre interessata e curiosa di imparare nuove cose legate all’alimentazione ed alla cucina e quando si tratta di insegnare e scambiarsi opinioni su un piatto, non mi tiro mai indietro. E mi fa piacere che Andrea oggi mi abbia chiesto di prepararle un pranzo leggero ma sopratutto vegano: ci tengo molto che lei capisca l’importanza della preparazione. Essere vegan-friendly attivi 24h su 24h e non accontentarsi di consumare prodotti industriali.
Oggi prepariamo insieme un bel piatto di polpette di cavolo rosso e lo accompagniamo un bel The MATCHA. Il the lo prepara lei, è ossessionata da infusi e tisane e soprattutto dalla cultura nipponica e dai rituali legati al the. Ed io ogni volta che mi racconta qualcosa di nuovo, ne resto affascinato….come oggi. Così lei mi prepara il the spiegandomi ogni passaggio, il perchè di ogni scelta e movimento, dal tempo di infusione alla scelta delle foglie. Ed io ricambio preparando con lei le polpette ed accompagnandole con riso al vapore insaporito leggermente con KURKUMA.
Con sommo stupore lei tira fuori da uno dei suoi mobiletti magici, tra mille contenitori di spezie ed erbe essiccate, della salsa di soia che si accompagna fa-vo-lo-sa-me-nte con il cavolo rosso.
A tavola alle 13.30 connubio perfetto da sana amicizia e cucina consapevole.“
Questo esercizio di scrittura creativa mi ha reso ulteriolmente consapevole del mio amore per la scrittura.
Chissà, il prossimo autunno potrei anche scrivere un libro su Andrea….
TROVI LA RICETTA DELLE POLPETTE DI CAVOLO ROSSO
E
LA PREPARAZIONE DEL THE MATCHA
SUL MIO FOOD BLOG “ristorazioneconruggi”.
SAI COSA MI PIACEREBBE? PRENDI ANCHE TU UNA FOTO DAFREEPORTRAIT.org E CREA UNA STORIA!! INVIALA E LA PUBBLICHEREMO!!